Native Advertising

native advertising
Da un po’ di tempo stavo pensando di inserire pubblicità da circuiti di affiliazione su questo blog. Avevo pensato di creare alcuni progetti come ha già fatto il mio amico Simone Righini e di posizionarli per bene. Simone ha fatto un ottimo lavoro SEO con il contenuto su come smettere di fumare e con quello sulla stitichezza, creando vere e proprie guide pratiche davvero utili per risolvere questi due problemi. Nel tempo Google lo ha premiato al punto che oggi si trova in prima pagina sia per la keyword “stitichezza” che per “smettere di fumare”. Grandissima stima per Simone. Quello che mi sono chiesto è se è meglio affidarsi a un circuito di affiliazione o al native advertising.
Come monetizzare tutta questa visibilità su Google?
Come sapete, esistono diversi circuiti di affiliazione, ecco i più popolari:
Circuito di affiliazione | Tipo di accordo | Categorie di prodotti/servizi |
---|---|---|
Adsense | Pay-per-Click | Banner e link |
Amazon | Pay-per-Sale | Varie (es. Libri, Elettronica) |
Aruba | Pay-per-Sale | Domini, Internet Free Key Position |
Autostima.net | Pay-per-Action | Infoprodotti (ebook) |
BidVertiser | Pay-per-Click | Inserzioni testuali |
Centro Affiliazione | Pay-per-Action Pay-per-Sale |
Infoprodotti (ebook) |
CLICKPOINT | Pay-per-Lead Pay-per-Click Pay-per-Sale |
Banner, Link testuali |
Diritti di Rivendita | Pay-per-Sale | Infoprodotti (ebook) |
Ebay | Pay-per-Click | Banner, Inserzioni, Feed RSS |
Kelkoo Publisher Network | Pay-per-Click | Moduli, Banner, XML |
NetAffiliation | Click (CPC) – Impression (CPM) Lead (CPL) – Vendita (CPA) |
Immagini – Link contestuali DEM – Catalogo prodotti |
PayClick | Pay-per-Click | Annunci testuali, Banner |
PRCLICK.IT | Pay-per-Click Pay-per-Action |
Banner |
TradeDoubler | Pay-per-Click Pay-per-Impression Pay-per-Lead Pay-per-Sale |
|
JuiceADV | Pay-per-Click Pay-per-Impressions |
Annunci testuali Banner, DEM |
Zanox | Pay-per-Click Pay-per-Lead Pay-per-Sale |
Banner |
Ognuno di questi circuiti prevede un accordo di pagamento che può essere per click, per azione, per contatto generato o per vendita a seconda del tipo di attività sponsorizzata. Il senso è che tu sviluppi un progetto editoriale pertinente con i prodotti delle aziende inserzioniste e che una volta reso popolare sui motori di ricerca, tu inserisca banner pubblicitari linkati ai siti web oggetto delle campagne sponsorizzate.
Il lato positivo dell’affidarsi ai circuiti di affiliazione è non devi fare altro che iscriverti sulla loro piattaforma e inserire uno script nel tuo sito, al resto pensano loro.
Il lato negativo è che molto spesso trattengono una parte altissima dell’investimento effettuato dall’inserzionista, lasciandoti solo le briciole. Per questo motivo ho scelto senza dubbio il native advertising.
L’alternativa ai circuiti di affiliazione: il native advertising
L’imprenditorialità personale, quando è portata avanti con lungimiranza alla fine viene sempre premiata. Ho riflettuto molto sui sistemi di monetizzazione attraverso banner o inserzioni pubblicitarie sul sito e sono giunto alla conclusione che una volta raggiunti buoni livelli di traffico per un argomento che può interessare gli inserzionisti, la cosa più logica da fare sia alzare il telefono e proporsi direttamente alle aziende come gestori di spazi pubblicitari su siti web ad alto traffico. È il native advertising.
Differenza tra native advertising e pubbliredazionale
La differenza sostanziale tra native advertising e pubbliredazionali è che mentre questi ultimi sono articoli che descrivono prodotti, servizi, iniziative od offerte di un’azienda su pagine web di siti ospitanti a pagamento, il native advertising attiene ad una pagina web in cui si parla solo indirettamente dei servizi offerti da un brand, senza pubblicizzarlo esplicitamente. Più che pubblicità, il native advertising somiglia al product placement, una delle famose 4 P del marketing mix. Il marchio dell’inserzionista compare, ma nel contesto “native” della pagina, il banner pubblicitario è perfettamente integrato con i contenuti, diventandone un’appendice naturale. Il native advertising non è tuttavia pubblicità occulta, come quando negli anni ’80 vedevamo comparire i pacchetti di sigarette Merit nei film con Renato Pozzetto o Adriano Celentano oppure come quando al cinema vedevamo Pierce Brosnan indossare un orologio Omega in James Bond, o ancora, come quando in Top Gun, Tom Cruise sfoggiava con disinvoltura gli occhiali Ray Ban. Il native advertising è una pagina web “nativa”, personalizzata e dedicata, che proprio per le sue caratteristiche deve essere ospitata su di un sito pertinente, non in un contesto avulso.
Un esempio concreto di native advertising
Credo, anzi sono convinto, che il native advertising a livelli grossi, come lo fa Ciaopeople, sia oltretutto anche uno strumento di marketing importantissimo oltre che di mera pubblicità, perché una volta presi accordi con un inserzionista, Ciaopeople, che ricordiamolo è la società editoriale che gestisce fanpage.it, produce per l’azienda cliente articoli in cui la pubblicità è molto ben contestualizzata, ad esempio, sono stati prodotti articoli sulla sezione “travel” di fanpage, in cui si sono raccontate le mete turistiche toccate dalle navi da crociera MSC. A quel punto il banner pubblicitario non è più un ospite scomodo su cui nessuno ha voglia di cliccare, ma la naturale conclusione di un racconto tematizzato in modo perfetto.
In definitiva, per quanto mi riguarda, credo che mi cercherò delle nicchie a bassa competizione e ad elevato traffico, in cui posizionare contenuti specifici al minimo costo di tempo e lavoro, dopodiché, ottenuti buoni risultati di traffico, cercherò aziende potenzialmente interessate a investire in native advertising, perché credo sinceramente che sia la soluzione migliore sia per chi compra che per chi ospita la pubblicità. È la migliore perché la pubblicità, oltre ad avere una pertinenza ideale con i temi trattati dall’articolo in cui viene inserita, non è maggiorata dai costi dell’intermediazione che si pagano ai circuiti di affiliazione.
In sostanza gli attori coinvolti non sono tre ma due, solo il gestore del sito web e l’inserzionista. Nessun intermediario, massima pertinenza, formato ideale, insomma si. Il native advertising è la mia soluzione definitiva!
E voi, avete progetti sui quali state monetizzando? Quale canale preferite?
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