Preparando dolci…
Oggi ti suggerisco un punto di vista rivoluzionario su come migliorare sé stessi dentro e fuori semplicemente cucinando e mangiando dolci. Si tratta di ascoltarsi e di essere presenti mentre si fanno queste due cose, tutto qui.
L’attimo presente
Sentire il corpo
Inquinamento mentale
L’intelligenza profonda di una ricetta di cucina
Perché un dolce integrale?
Il dolce minuetto
Riappropriarsi di sé (illuminazione)
Il problema è che passiamo la maggior parte del tempo a farci agire dalla nostra mente. Succede anche in questo momento, mentre ascolti mentalmente la tua voce credendo di essere davanti a uno schermo, libero di leggere o non leggere, padrone del tuo destino. Eppure lo senti che c’è qualcosa che non va. Fermati un attimo a pensarci. Sei lì, ma non sei lì. Il tuo corpo è fisicamente impiegato a leggere quest’articolo, ma il tuo essere è assente, preso da mille pensieri latenti che lo tengono costretto e gli impediscono di sentire quello che succede in questo momento… e in questo momento, oltre il rumore di fondo fatto di ansie e paure, avviene tutto quello che conta. Proprio tutto.
Oggi voglio mostrarti la mia ricetta di cucina per riprendere possesso del momento presente e allontanare quel fastidioso susseguirsi di pensieri inquinanti che ti impediscono di produrre intelligenza e benessere. Lo farò cucinando e mangiandolo insieme a te un dolce, non uno a caso, un dolce integrale, il dolce minuetto.
L’attimo presente
Sai perché a certe persone piace praticare sport estremi com il bungee jumping? Perché anche solo per un attimo, mentre sono lanciate nel vuoto in attesa del colpo di frusta, riescono ad essere completamente presenti, a sgombrare la mente in modo completo. È proprio questo il senso di libertà che prova chi ama gli sport di questo tipo, quelli con un pur minimo margine di rischio. Quando ti spingi al limite non c’è posto per i pensieri, sei vigile e pienamente consapevole del tuo corpo e di quello che hai intorno. Quel singolo attimo, mentre cadi, finisce con l’espandersi all’infinito, consentendoti di vedere chiaramente il mondo che hai dentro, e proiettarlo fuori. Non puoi programmare di farlo
Sentire il corpo
Si dice che il corpo, quando non ti fa male niente non lo senti. Ecco, questo secondo me è un problema, perché il corpo dovremmo sentirlo sempre, senza mai perdere contatto con esso, invece ce ne distacchiamo entrando e uscendo in e da schemi mentali diversi, tutti rigorosamente fallaci perché assorbono la nostra attenzione e la veicolano verso situazioni che non esistono in questo momento, ma che appartengono al passato o che non si sono ancora verificate. Persi tra rancori e risentimenti (passati), ansie e paure (future) non sentiamo più la vitalità del nostro corpo e finisce che ci ammaliamo, ingrassiamo o più banalmente diventiamo vecchi.
Inquinamento mentale
Gregory Bateson, noto antropologo e cybernetico vissuto nel secolo scorso, scrisse un libro dal titolo verso un’ecologia della mente, un testo essenziale sulla percezione della realtà, che ci rivela fondamentalmente come la nostra mente sia inquinata da una serie di schemi ripetitivi preconfezionati, che sembrano esistere apposta per farci vivere nel dolore e nella paura. L’inquinamento consente nelle persone di sviluppare solo un’intelligenza superficiale, cioè un tipo di intelligenza di natura egoistica che può anche produrre grandi benefici alla singola persona, ma che non concorre in alcun modo a migliorare le condizioni generali del pianeta.
L’intelligenza profonda di una ricetta di cucina
Non devi pensare che le persone sviluppino un’intelligenza di tipo superficiale solo perché sono stupide o cattive. Quel che manca non è altro che la consapevolezza del proprio essere, della propria anima, che racchiude in sé la forza dirompente del mito senza fine del paradiso. Credi di essere i tuoi pensieri, ti immedesimi con essi e finisci con il farti agire da questi. Diventi insensibile rispetto al tuo corpo e al momento presente… fino a quando non trovi il modo di uscirne, se sei fortunato. Io l’ho fatto con la meditazione e grazie alla ricetta di un dolce integrale.
Perché un dolce integrale?
Due motivi. Uno, adoro sentire la fragranza della farina integrale, viceversa i dolci tradizionali, così esageratamente “dolci”, più che risvegliarti ti danno il colpo di grazia, e due, per sentire di più il corpo hai bisogno all’inizio di fare qualcosa di nuovo, forzarti un po’, quelli bravi direbbero che devi uscire dalla zona di comfort. Che bella parola, comfort. Bene, le cose nuove che ho fatto sono state due, ho preparato un dolce e ho mangiato un dolce integrale.
Il dolce minuetto
Ingredienti
400 gr di farina integrale per dolci – 1 cucchiaio di polvere di vaniglia – ½ mestolo d’orzo intero – 2 uova – 1 scorza di limone – ¼ di panna – 25 gr di lievito di birra – ½ bicchiere d’olio – 100 gr di zucchero – 3 cucchiai di marmellata di mele cotogne – ½ l di latte – 2-3 chiodi di garofano
Preparazione
Fai cuocere l’orzo, dopo averlo messo a bagno una notte, nel latte e acqua fino a completa copertura. Aggiungi 1 cucchiaio di zucchero, 1 pizzico di sale, i chiodi di garofano e la scorza di limone. Cuoci per 2 ore abbondanti (altrimenti in pentola a pressione 45 minuti), quindi lascia riposare affinché assorba tutto il liquido (ricorda di levare i chiodi di garofano e la scorza di limone).
Sciogli il lievito di birra in acqua tiepida con 1 cucchiaio di zucchero, unisci un pugno di farina e forma una palla che lascerai lievitare per 15 minuti.
A parte sbatti in una terrina i rossi d’uovo con lo zucchero, unisci la vaniglia e versa la restante farina, la panna, l’olio e l’orzo già cotto incorporandovi la pallina lievitata. Mescola il tutto unendo l’acqua tiepida per ammorbidire l’impasto che lascerai riposare coperto per ½ ora.
Monta i bianchi a neve, uniscili all’impasto e lavoralo, quindi ungi una teglia da plum-cake, cospargila di farina e infornate a 200 gradi per 45-50 minuti circa, senza mai aprire il forno.
Servi il dolce cosparso di marmellata di mele cotogne, diluita con un poco di acqua calda.
Riappropriarsi di sé (illuminazione)
La parte più semplice sembrerebbe mangiarlo, è evidente, eppure lo sforzo che ho fatto è stato quello del Buddha, che mentre mangia il mandarino, sente l’intera energia dell’universo scorrere dentro di lui, attraverso quel mandarino, che evidentemente doveva essere parecchio buono.
Al di là dell’ironia alla quale non resisto, mi sono seduto comodo (ero da solo) e ho assaggiato lentamente il dolce minuetto. Fuori c’era il sole, faceva fresco, io ero calmo, non avevo fretta e non aspettavo niente. Ero semplicemente lì, presente a me stesso, con davanti a me la mia prima torta integrale, ardito esperimento di un cuoco mosso da motivazioni illuminifiche invero non comuni. Ho dato un morso alla torta e mentre lo facevo sentivo la resistenza che faceva al mio morso, la consistenza e l’odore. La farina integrale non ha tardato a farsi sentire con le sue note fragranti e anche il profumo dei chiodi di garofano mi ha subito inebriato. Nel mondo continuavano a succedere cose, solo che stavolta ero io a produrle… e ne ero consapevole.
Ho visto il mondo diversamente. Ho avuto in un minuto 100 idee nuove, di quelle che migliorano il mio lavoro e la vita di chi lavora con me. Le idee adesso arrivano quando ne ho bisogno, senza che nemmeno ci pensi, nemmeno mi succedono più cose come perdere un treno o aspettare un autobus. Sono in costante ascolto del mio corpo ed esplorazione dei confini dell’intelligenza profonda.
E dire che mi è bastato fare una torta 😉
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